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È di recente pubblicazione il dossier sul kiwi incentrato sull’anno appena trascorso, un documento che mira a fornire una panoramica dettagliata sullo stato di un frutto la cui esportazione raggiunge i cinque continenti.

Mercoledì, 28 Dicembre 2016 11:24

Kiwi, facciamo il punto

 Le informazioni pubblicate dal CSO, Centro Servizi Ortofrutticoli raccolgono numeri, dati e statistiche su scala internazionale e sfiorano numerose tematiche di interesse: dalla produzione ai consumi, sino ai nuovi mercati e ai commerci potenziali, passando per le esportazioni in essere e a quelle prospettate.


Fra i dati di maggiore interesse si rilevano in primis quelli che riguardano la produzione. Ancora una vola l'Italia conferma il suo ruolo cruciale, aggiudicandosi il secondo posto nella classifica mondiale, seconda sola a Cina.

Seguono Nuova Zelanda, Cile e Grecia. Come spiegare la presenza di una tale eterogeneità geografica e produttiva per paesi situati a longitudini diverse e caratterizzati da stagionalità profondamente differenziate? La risposta risiede nella sfera commerciale e distributiva, leva decisiva anche in termini di produzione.

Anche sul fronte del commercio non mancano gli aspetti da sottolineare. Il mercato del kiwi è fortemente orientato all'esportazione, una propensione che incontra tutti i principali paesi produttori ed esportatori: Italia, Nuova Zelanda, Cile e Grecia.

Per quanto riguarda il made in Italy, la tensione verso i mercati esteri risulta essere particolarmente forte
: l'export italiano rappresenta infatti il 60% di quello complessivo dei paesi dell'emisfero Nord. Ad assorbire l'80% del kiwi italiano sono i paesi dell'Unione Europea, seguono Russia, Nord America ed Estremo Oriente.

Cosa dire infine dell'acquisto al dettaglio?
Se nei primi anni duemila si parlava di circa 77.000 tonnellate acquistate, oggi siamo a quota 124.000. Benché il picco espansivo si sia registrato fino al 2007, va detto che negli ultimi anni i livelli si sono mantenuti stabili. E questo dato, considerata la crisi dei consumi che ha investito diversi settori con conseguenze anche gravi, è sicuramente positivo e incoraggiante.

Fonte: CSO Centro Servizi Ortofrutticoli